Piattaforma: X-Box
Data di pubblicazione: 2003
Sviluppo: Namco
Produzione: Namco
Il primo Soul Calibur fu un gioco straordinario e innovativo sotto ogni profilo. L'incontestabile qualità non poteva che assoggettarlo alla logica commerciale sforna-sequel: una politica che ha soffocato e sta soffocando numerosi franchise. Soul Calibur II nasce, appunto, sui binari di questa linea di non ritorno.
Vanta un inevitabile miglioramento cosmetico, arene più corpose e definite, piccole aggiustatine integrate nel sistema di combattimento e qualche nuova mossa.
Il rinnovamento della rosa dei personaggi è stato decisamente contenuto e conta tre sole vere new entry (il resto sono doppioni e mixer): Raphael, Talim e Spawn (ospite esclusivo su Xbox che si posiziona al secondo posto del podio, preceduto da un azzeccatissimo Link su GameCube e seguito da un Heiachi seriamente fuori luogo su PS2).
Ma spostiamoci sul gameplay. Bastano un paio di round per avvertire un rialzo generale della difficoltà rispetto a Soul Calibur. Conseguenza dovuta, più che dalla I.A. della CPU, dal ritmo più serrato e rapido (che mina la fisicità dei movimenti, più pesanti e naturali nel preuquel) delle sfide, che lascia maggior spazio a irritanti e disoneste serie di combo letali alla Tekken (comunque misurate e mai troppo invadenti, a differenza di quest'ultimo).
Ritroviamo di nuovo l'ammiccante modalità a missioni ("Maestro d'armi"), da affrontare per sbloccare le numerose ricompense. Qui, inspiegabilmente, hanno sostituito agli splendidi artworks del primo Soul Calibur le innumerevoli e superflue armi di ricambio. Peccato.
Insomma, il traguardo è stato raggiunto: un ottimo picchiaduro per un discreto sequel.
VOTO:8