
Piattaforma: PC DOS
Data di pubblicazione: 1988
Sviluppo: Lucasfilm Games
Produzione: Lucasfilm Games
Sono sempre stato dell'opinione che il videogioco, a differenza del cinema, per raggiungere il suo obiettivo primario (il divertimento) necessiti un incipit essenziale e elementare.
E Maniac Mansion ne è un esempio lampante, presentando i classici (e talvolta abusati) clichè della villa maledetta e della donzella da salvare dalle grinfie di un malvagio o un pazzo (o entrambi). Ma quando questi scontati elementi sono adoperati con gusto, competenza, equilibrio e una buona dose di comicità demenziale (intesa come base e chiave fondamentale del gameplay e non come superflua patina narrativa) il risultato è ineccepibile.
Il seminale e comodissimo sistema di controllo sublimato dal motore grafico (SCUMM), qui sperimentato per la prima volta (!), ci farà da mezzo per illuminare tutti quei punti oscuri, quelle stanze nascoste di una magione che si estenderà gradualmente e proporzionalmente ai contorsionismi della nostra mente intenta a ragionare con la testa degli autori. Dando vita ad un'esperienza scoraggiante nei momenti peggiori (a ognuno il proprio), ma irresistibile e appagante nei momenti di folle lucidità o lucida follia.
Ma non è finita perchè questo titolo presenta anche un paio di punti controversi, dai quali gran parte delle avventure grafiche è esente, da giudicare: l'obbligo di scegliere due compagni, su un cast di sei, in aiuto del protagonista (un solo gruppetto è predisposto a concludere l'avventura e liberare la ragazza) e il Game Over (il geniale finale precoce e i luoghi di stazionamento irrimediabile e definitivo). Entrambe soluzioni perfide che sparano in alto il livello di difficoltà e, ora, la decisione soggettiva di considerare ciò deleterio o benefico. Personalmente propendo per la seconda ipotesi, perchè ritengo che queste idee rendano la pietra miliare in questione ancor più originale, unica e alternativa di come sarebbe oggi priva delle suddette.
VOTO: 9