Piattaforma: X-Box
Data di pubblicazione: 2003
Sviluppo: Rockstar North
Produzione: Rockstar Games
GTA III è senz'altro uno dei dieci giochi più rilevanti del decennio appena trascorso, in quanto simbolo per antonomasia del free roaming e della violenza gratuita. Fattori di sicuro impatto commerciale che vanno a scontrarsi, però, con una fisiologica carenza di dignità artistica, fondamentale affinchè un videogioco sopravviva al decorso temporale. Per questo, citando un commento anonimo, GTA III è figlio dei suoi tempi. Non perchè "tremendamente anni '90", ma perchè indebolito dagli anni. Il piattume grafico salta subito agli occhi: strati cromatici immobili al grigio, scenari metropolitani scarni e anonimi, fiacchi manichini umani che deambulano per le strade e via dicendo. Estetica inerte soccorsa, fortunatamente, dalla colonna sonora che, pur priva delle costose licenze dei sequel, propone una notevole varietà di generi e di brani (si potrà investire i pedoni con un sottofondo lirico, unico momento da antologia del gioco). Ma GTA III è monco anche di quelle significative peculiarità che hanno reso celebri gli episodi seguenti. Manca una sceneggiatura degna di essere chiamata tale, una trama che coinvolga il giocatore, un protagonista carismatico che interferisca attivamente con gli sviluppi narrativi (non un pupazzo, come in questo caso) e un cast di comprimari e secondari che sappia fare altrettanto.
Il gioco progredisce attraverso una serie di missioni più o meno (più meno che più) ispirate e divertenti che, però, devono fare i conti con una certa macchinosità strutturale. Quella che rende l'azione inutilmente dispersiva, frustrante (drammatico il sistema di puntamento per le sparatorie e l'assenza di un checkpoint a missione fallita), diluita a dismisura (spostarsi da un lato all'altro della città per concludere mansioni semplicissime) e limitante nel far vivere al fruitore la libertà di gioco apparentemente offerta. Apparentemente. Perchè GTA III dimostra le sue potenzialità (leggi totale anarchia) attraverso il cazzeggio. Il tedioso cazzeggio fine a se stesso che smarona dopo un'ora, ma che esalta il suo pubblico da sempre.
Da notare come l'entusiamo di una critica, all'unanimità, sorprendentemente miope abbia spinto il titolo nell'immaginario dei capolavori videoludici. Fattore che lo infila, di diritto, nella lista degli intoccabili.
VOTO: 6